Quarta Udienza – Depone il Maresciallo Salerno e viene ricostruita la struttura della 'Ndrangheta in Piemonte

Protagonista principale della Quarta Udienza del Processo Minotauro , che è si è tenuta Lunedì 19 Novembre nell’aula bunker del carcere Lo Russo – Cotugno, è stato il Maresciallo Salerno, facente parte del Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Torino, tra i firmatari del l’informativa in cui è spiegata la struttura della ‘ndrangheta torinese, e da cui sono state creati i presupposti per l’ intera operazione Minotauro.

Concluse le operazioni preliminari, i giudici passano la parola al Pubblico Ministero che chiama al tavolo dei testi il  Maresciallo Salerno.

Ciò che verrà enunciato durante le ore successive sarà il lungo elenco delle intercettazioni dalle quali si è risaliti a ricostruire la struttura e l’organizzazione delle locali presenti sul nostro territorio. L’intera seduta sarà incentrata solo su questo argomento, mentre viene precisato che nelle prossime udienze si affronteranno man mano tutti gli altri aspetti, sempre a partire dalle intercettazioni e dalle  osservazioni effettuate sul campo. Durante la precedente udienza, il Colonello Fozzi aveva fatto una  lunghissima disamina generale. Oggi Il Maresciallo Salerno va nel dettaglio delle indagini e delle intercettazioni.

Durante la prima parte della mattinata alcuni avvocati della difesa continueranno a interrompere contestando il fatto che il Maresciallo non si limiti a riferire i dati (numero dell’intercettazione, data e oggetto, protagonisti) ma si dilunghi sulle deduzioni degli investigatori. La Presidente esorta la difesa a non continuare a interrompere e prega il Testimone di continuare, in quanto le contestazioni sono le medesime opposte la volta precedente e già discusse e risolte in merito all’informativa e alle firme della stessa.

Interviene ancora la difesa pretendendo che il Maresciallo riferisca solo su intercettazioni e trascrizioni redatte da lui personalmente.

La Presidente chiede chiarimenti e prende la parola il PM il quale sottolinea che il Maresciallo e i militari addetti alle investigazioni hanno firmato le annotazioni e la conclusione dell’informativa del Colonello Fazzi, pertanto l’informativa è unitaria. A sua volta il Maresciallo Salerno specifica che l’informativa è redatta dai militari del nucleo operativo: se stesso oltre agli altri.

In ogni caso la cosa rischia di andare per le lunghe e più volte la Presidente della Corte Paola Trovati richiamerà Pubblico Ministero e Testimone a restare nel concreto e non riferire tutti i dettagli che la Corte avrà comunque modo di rileggere nelle trascrizioni, che dovrebbero essere completate all’inizio del nuovo anno e che finalmente potranno costituire dato di prova. Al momento sono agli atti, ma vanno considerate solo informative. Il ruolo del teste è di mettere in luce ciò che consente l’analisi, perchè la Corte leggerà da sé gli atti; quindi il Maresciallo viene esortato a riferire dati e numeri, non la rilettura delle intercettazioni alla luce delle deduzioni del nucleo investigativo.

Riferire nel dettaglio la lettura di ogni intercettazione è impossibile, perciò ci limiteremo a sintetizzare  ciò che è stato spiegato dal Maresciallo:

Le locali possono essere originarie o distaccate. In particolare si considera locale principale quella di S. Luca dove tutti i capi delle locali distaccate si incontrano tra il 2 e il 5 settembre. Le locali possono essere distaccate in tutta Italia e anche all’estero. Il distaccato ha relazione con l’originaria, ma opera solo sul suo territorio, rispondendo comunque alle direttive dell’originaria.

Per esempio nell’intercettazione n. 742 Iaria Bruno e Lombardo Cosimo parlano della direttiva ricevuta di “camminare con un altro piede” (cioè d’ora in poi di seguire Comiso Giuseppe detto ‘U Mastru).

Sono i responsabili della locale di Cuorgnè (in una intercettazione Bruno Iaria si definisce capo della locale di Cuorgnè) e Torino che tengono i rapporti con l’originaria.

Le comunicazioni ufficiali relative a una strategia da seguire vengono dette Ambasciate e non devono essere trasmesse via telefono né rintracciabili in alcun modo.

Il finanziamento viene detto Obolo.

Il conferimento dei gradi (la Dote) deve essere fatto con l’accordo del locale di origine: deve essere il primo a saperlo.

Nell’intercettazione n. 854 del 1997 Bruno Iaria racconta lo sviluppo dei fatti a Torino: vi era un locale unico e a seguito di contrasti tra i facenti parte, qualcuno inizia a distaccarsi. I vari referenti, a questo punto, devono dare conto” temporaneamente” a PROVINCIA e CRIMINE. E’ un passaggio temporaneo. Si creano poi dei locali distaccati e autonomi. Bruno Iaria dice : “quando ce ne siamo andati a Cuorgnè eravamo una ventina e ci siamo messi a disposizione di provincia e crimine.” Nell’intercettazione 19.944 tra i fratelli Calipari si ascolta “Tutti volevano comandare e gli hanno fermato il locale e poi autorizzati ad agire autonomamente”.

Il Maresciallo spiega le definizioni di:

PROVINCIA: probabile centro di riferimento, il cui referente è ‘U Mastru (Giuseppe Comiso). Organo composto da tre mandamenti (zone territoriali calabresi).

CRIMINE: termine utilizzato facendo riferimento a soggetti che svolgono ruoli decisionali e di coordinamento.

La Bastarda non risponde al Crimine, ma a quanto pare alla Società di Solano (Bagnara Calabra)

Intercettazione di Bruno Iaria: “esiste il crimine là sotto? E quindi bisogna rispettarlo”; e ancora: “il crimine ha mandato l’ambasciata”; oppure “Sapete cosa mi ha detto il crimine di là sotto?”. Intercettaz. n. 629 (sempre Iaria): “Comiso è arrivato là sotto e quello del crimine, Beppe Pelle…(figlio di Antonio Pelle, storico capo di ‘ndranghera di RC).

In alcune intercettazioni vengono citate chiaramente le seguenti locali:Cuorgnè, Volpiano, Chivasso, Moncalieri, Nichelino, Aosta, San Giusto, Rivoli. E’ probabile che ogni distaccata conti su una media di 40 persone (ma qui la Presidente interrompe il Maresciallo, che non va oltre).

Non risulta costituito un organo di controllo piemontese che unifichi le locali distaccate. Però risulta che “una camera di controllo andrebbe costituita”. Vengono fatti (sempre nelle intercettazioni) riferimenti a Ventimiglia o Genova dove probabilmente un organo di controllo è costituito. Allo stato dei fatti non risulta che in Piemonte sia stata formata la camera di controllo.

Per SOCIETA’ si intende un insieme di luoghi che fanno parte della ‘ndrangheta. Il Locale è formato da una Società Maggiore e da una Minore. Della Maggiore fanno parte persone che hanno un grado. Della Minore gli intergradi (per es. picciotto)

I GRADI: vengono detti DOTI.

Società maggiore (in ordine crescente, dal più basso):
DOTE DI VANGELO
DOTE DI TREQUARTINO
DOTE DI QUARTINO
DOTE DI PADRINO
DOTE DI CROCE

Società Minore:
PICCIOTTO
CAMORRISTA
CAMORRISTA DI SGARRO

L’insieme delle cariche di indica come BANCO

Le cariche possono girare, allora si dice “è cambiato il banco”. Tranne il capo locale che rimane sempre lo stesso a meno chè vi siano impedimenti.

Stando alle dichiarazioni di Rocco Varacalli ci sono diverse locali a Torino. Gli unici riferimenti alle locali di Torino si trovano nelle dichiarazioni di Varacalli e mai nelle intercettazioni.

Il controinterrogatorio del teste da parte degli avvocati della difesa si conclude alle 18,00 circa, per cui il Presidente del collegio giudicante comunica l’ annullamento dell’ udienza di domani 20 Novembre e rimanda tutti all’ udienza del 23 Novembre durante la quale la Procura interrogherà il pentito Rocco Varacalli.

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