Settima Udienza : Testimonianza del Maresciallo Giuseppe Messina – nucleo investigativo Carabinieri di Torino

Protagonista principale della Settima Udienza del Processo Minotauro , che è si è tenuta Lunedì 17 dicembre nell’aula bunker del carcere Lo Russo – Cotugno, è stato il Maresciallo Giuseppe Messina, facente parte del Reparto Operativo-nucleo investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Torino, tra i firmatari del l’informativa in cui è spiegata la struttura della ‘ndrangheta torinese, e da cui sono state creati i presupposti per l’ intera operazione Minotauro.

Concluse le operazioni preliminari, i giudici passano la parola al Pubblico Ministero che chiama al tavolo dei testi il  Maresciallo Giuseppe Messina.

La testimonianza del maresciallo, a differenza delle precedenti udienze, si avvarrà di mezzi audio-visivi per meglio esplicitare l’oggetto del suo intervento. In sala sono presenti diversi schermi dai quali sarà possibile osservare immagini, documentii e slide utili a motivare come, attraverso l’osservazione, l’ascolto e l’analisi successiva delle intercettazioni, si sia potuto risalire alla effettiva e strutturata presenza sul territorio delle locali più volte citate. In particolare, nella giornata di oggi si evidenzierà l’esistenza e l’operatività delle locali di Moncalieri, Chivasso e Siderno.

La prima domanda del PM è “Come è stato possibile definire la presenza di una locale a Moncalieri?”.

Il Maresciallo Messina sottolinea come in un primo momento sia stata determinante la collaborazione di Varacalli, in seguito alla quale sono state disposte le osservazioni e le intercettazioni. E’ in particolare nell’intercettazione di un colloquio tra Napoli Girolamo e Iaria Bruno che, parlando della locale di Moncalieri come esistente, ne elencano la formazione. In altre intercettazioni avvengono gli stessi riscontri. A ciò si aggiunge il lungo elenco delle relazioni di parentela all’interno della locale di Gioiosa per spiegare  la relazione tra GIORGIO FRANCESCO, capo della locale, e Gioiosa.

Sollecitato dall’avv. Della difesa Albanese, il maresciallo sottolinea come la locale si sia formata in seguito alla scissione della locale unica di Torino, alla fine degli anni ’80, ma non sa indicare con esattezza quando.

Vengono mostrate documentazioni fotografiche di funerali, incontri, riunioni per conferimento di doti che mostrano le relazioni fra le persone: il Maresciallo evidenzia in ogni immagine come in queste occasioni si formino dei gruppi, sempre delle stesse persone, che si appartano e parlano fra loro.

La Presidente domanda se si andava al funerale di persone originarie dello stesso paese, cioè se andavano al funerale di una persona solo perchè era dello stesso paese. Il Maresciallo dà risposta negativa.

Viene poi raccontato che durante una perquisizione a casa di Idotta viene trovato un libro denominato “il codice della ‘ndrangheta”. Tale libro non è reperibile tramite normali canali, cioè non è in vendita né ordinabile in libreria: va evidentemente ordinato presso le edizioni (Parallelo 38). All’interno del libro vengono rinvenuti dei fogli di appunti con la spiegazione su come si forma e di scioglie una SANTA (il gruppo di santisti che si riuniscono per fare una riunione): tale testo non è una copiatura del libro e neppure una sintesi. Riprende i concetti del libro, ma usa altre parole. Durente la medesima perquisizione vengono rinvenuti altri libri (questi invece sono normalmente reperibili in libreria): La Massoneria/Una storia massonica/Fratelli di sangue/Mafia export/’ndrangheta …
Viene individuata anche una rubrica telefonica con l’indicazione Moncalieri + un numero telefonico, che corrisponde a quello del Bar Smile, la cui titolare è la moglie di Ursino.

Come durante altre udienze alcuni avvocati della difesa hanno contestato a più riprese il fatto che il Maresciallo non si limiti a riferire i dati (numero dell’intercettazione, data e oggetto, protagonisti) ma si dilunghi sulle deduzioni degli investigatori. La Presidente, evidentemente seccata, ribadisce che le contestazioni sono le medesime opposte le volta precedenti e già discusse e risolte: le intercettazioni sono fonte di prova.

La disamina sulla locale di Moncalieri si conclude con queste parole del M.llo: “Moncalieri è una locale attivo che non ha mai cessato la sua attività, neanche per periodi. Capo era Daniele Rocco”.

Pubblico Ministero: “Ci sono elementi che rilevano la presenza di una locale di Siderno a Torino?”
Maresciallo Messina: “Varacalli ha parlato del Bar Italia di Torino come base della locale di Siderno. Poi le intercettazioni confermano questa versione. La locale è comandata da Catalano Giuseppe.” Dopodichè ne elenca gli esponenti fornendo anche in questo caso diverse osservazioni e intercettazioni ambientali e telefoniche.

Di nuovo si possono apprezzare le immagini sugli schermi che mostrano un raggruppamento di diverse persone facenti parte di diversi locali davanti al Bar Italia; nelle immagini si possono facilmente individuare nel gruppo anche l’ex sindaco di Rivarolo Canavese Bertot e il Segretario Battaglia. La deduzione è che ci siano persone che accompagnano il candidato alle europee Bertot a conoscere esponenti di diverse locali dell’interland torinese: cioè in questa occasione Bertot sarebbe stato presentato agli esponenti delle locali per raggiungere un accordo su uno scambio di voti contro una dilazione di pagamento di un debito di € 20.000.

In merito alla locale di Chivasso, di nuovo vengono citate le intercettazioni e osservazioni che provano l’esistenza della locale. Anche in questo caso la maggior parte delle intercettazioni provengono dall’automobile di Bruno Iaria.

Gli avvocati della difesa intervengono nuovamente e la Presidente dovrà di nuovo puntualizzare. Esorta la difesa a cambiare tono ed essere più gentile, a non continuare a interrompere e prega il Testimone laddove vi sia il sospetto di parole in codice/criptate, di stare attento a non riferire come dati di fatto le deduzioni del nucleo investigativo, ma di riportare l’intercettazione così come è.

Durante l’esame della locale di Chivasso il maresciallo si sofferma su una lite avvenuta nel Bar Italia tra Vavalà e Catalano, il primo esponente della locale di Chivasso mentre il secondo è il già citato capo locale di Siderno a Torino. In questa lite, oltre i toni sopra le righe tra i partecipanti, si ha un collegamento con la locale “madre” di Siderno e soprattutto il collegamento diretto tra la locale di Chivasso e la Calabria. In una intercettazione infatti Commisso, capo locale a Siderno, comunica a Catalano di aver parlato con un tal Tassone e di aver sistemato la faccenda. Rocco Tassone era il referente di Chivasso a Reggio ed è stato condannato durante il processo Crimine di Reggio Calabria.

L’udienza è stata poi sospesa per la pausa pranzo.

Al rientro dalla pausa, il maresciallo Messina racconta del conferimento di una dote a due affiliati della “locale” di Cuorgnè. Anche in questo caso l’ informazione arriva attraverso una intercettazione ambientale nella macchina di Bruno Iaria, che annuncia che presto sarebbe stata assegnata la dote di “trequartino” a Pino Giuseppe.

Il rito, dice il maresciallo Messina, si svolge a Prascorsano il 9 di Gennaio 2009. All’ incontro partecipano e vengono identificati alcuni affiliati tra i quali  : Iaria Bruno, Camarda Nicodemo, Iaria Bruno, Fazari Giuseppe,  Lucà Rocco, Callà Giuseppe, Gioffré Giuseppe, Trunfio Bruno, Trunfio Pasquale, Romeo Natale, Arena Cosimo, Raghiele Rocco, , Lombardo Cosimo, Catalano Giuseppe, D’Onofrio Francesco, Crea Adolfo, Scali Rodolfo, Giorgio Francesco, Giorgio Domenico, Racco Domenico, Idotta Giuseppe, Modafferi Stefano ed una persona che gli inquirenti non sono riusciti ad identificare.

A questo punto il maresciallo descrive minuziosamente lo svolgimento del rito, al quale partecipa anche Giuseppe Catalano, che risulta essere il più alto in grado e quindi prende il posto al centro del tavolo.

Al termine della cena, il discorso abbinato al brindisi viene tenuto da Giuseppe Catalano ( reponsabile della locale di Siderno a Torino ) , affiancato subito dopo dai  saluti e dai ringraziamenti di Romeo Natale ( a capo della locale d San Giusto Canavese )

L’ importo della cena, che risulta essere stato di 50 euro viene pagato da, “Nico” e “Cosimo” i due protagonisti principali della serata.

Dopo la richiesta di ulteriori dettagli, il giudice interrompe l’ udienza rimandando le controdeduzioni della difesa all’ udienza del giorno dopo.

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