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Luigi Ioculano: 17 anni dopo, la tua memoria, il nostro impegno

Sono passati 17 anni da quella mattina a Gioia Tauro. Quattro colpi di pistola. Così morì Luigi Ioculano, medico di Gioia Tauro al quale tre anni fa abbiamo deciso di dedicare il nostro presidio. Un medico delle anime, come più volte ci ha ricordato sua figlia Ilaria, un cittadino onesto e con la schiena dritta, ucciso dall’ndrangheta perché non si voleva piegare al giogo mafioso e continuava a denunciare con la sua penna la mafiosità del suo paese.
Lo ricordiamo ogni volta che indossiamo la maglia di Libera ed ogni volta che facciamo qualche iniziativa, la sua memoria e il suo esempio continuano a camminare sulle nostre gambe. C’è un altro filo che oggi unisce la condivisione della memoria da sud a nord ed è rappresentato dalla musica. Siamo felici di pubblicare il testo di Mimmo, nipote di Luigi, della canzone composta in suo ricordo.
Con queste parole ci facciamo forza, guardiamo in avanti e cerchiamo le orme di Luigi per poterle seguire ancora per molto tempo.
Grazie Gigi: ora il tuo impegno è il nostro impegno.
Cambiato di Mimmo Muratori
“Questa vita mi ha cambiato,
mi ha reso un sanguinario,
io non bestemmio te
ma il dio uomo che…
Questa vita mi ha cambiato,
mi ha reso un sanguinario,
io non bestemmio te
ma il dio uomo che
decide dei se…
E c’è un grande prato verde,
dove crescono speranze
che si chiamano ragazzi
(che si chiamano),
tutto il tempo che ho perduto
chi me lo darà?
Sarà un giorno che
si ricomincerà?
E davanti al corpo spento,
io spengo le speranze
e davanti al corpo vuoto,
vuoto anch’io
Spesso penso che morire,
sia per tutti cosa uguale
ma davanti al corpo vuoto,
vuoto anch’io
mi sento…
E c’è un grande prato verde,
dove crescono speranze
che si chiamano ragazzi
(che si chiamano),
tutto il tempo che ho perduto
chi me lo darà?
Sarà un giorno che
si ricomincerà?
E si udì lo sparo anche molto fuori,
quello sparo che bloccò tutti i nostri cuori,
uno sparo che scuota le nostre coscienze
e che blocchi in tempo
silenzi e violenze,
silenzi e violenze,
silenzi e violenze,
silenzi e violenze.”