Luigi Ioculano nasce a Seminara ( RC ) il 27 Aprile del 1941 e trascorre la maggior parte della sua vita a GioiaTauro, dove esercita la sua professione di Medico e dimostra tutto il suo attaccamento alla gente gioiese cominciando ad interessarsi della vita pubblica, fonda insieme a degli amici l’ associazione “Agorà” e dal periodico di questa associazione inizia, il suo tentativo di valorizzare la cultura della legalità che si concretizza con la continua proposta di iniziative sociali e culturali convinto che attraverso questa sarebbe stato possibile fare riemergere i valori di giustizia e legalità tra la gente della sua città.
Contemporaneamente non perde occasione per denunciare pubblicamente le irregolarita’ che riscontra nella vita pubblica. Non si esprime sottovoce ma scrive ed esprime il suo pensiero senza alcuna paura. Le sue denunce si scontrano, nella maggior parte dei casi, con gli interessi delle organizzazioni malavitose che controllano il territorio di Gioia Tauro.
Si interessa delle questioni inerenti l’ospedale, alcuni appalti pubblici, il piano regolatore comunale e si oppone con forza alla costruzione del termovalorizzatore.
Come tutti i ragazzi che vivono nei paesi del reggitano, la convivenza con i figli degli ‘ndranghetisti, nella giovinezza è una cosa normale e anche Ioculano ha con Peppe Piromalli, il futuro boss della piana di Gioia Tauro, una amicizia che arriva dall’ epoca giovanile ma ad un certo punto si trova a dover prendere una scelta drastica. Quando l’ amicizia personale si tramuta nella richiesta di qualcosa di più e la mafiosità del suo interlocutore tende a insinuarsi nel rapporto personale, Ioculano ha il coraggio di dire “io non ci sto”.
In un’ occasione, per evitare che Ioculano appoggiasse il candidato sindaco che si opponeva a quello delle cosche, Piromalli chiede a Ioculano stesso di candidarsi a sindaco, ma Luigi , convocato nel rifugio del Piromalli quando questi era ancora latitante risponde in malo modo, mandando letteralmente a stendere il boss della Piana e continuando la sua battaglia per cercare di riportare la cultura della legalità tra la gente di Gioia Tauro diventando un esempio, un esempio pericoloso per la ‘ndrangheta..
E cosi la mattina del 25 Settembre 1998 , mentre esce per andare a lavorare nel suo studio viene ucciso a pochi passi dalla sua casa di Gioia Tauro, quattro colpi di pistola , due al petto e due alla testa, per cui il 20 Aprile del 2007 , nel processo di primo grado, vengono condannati all’ ergastolo Peppe Piromalli,, il boss della Piana e Rocco Pasqualone ritenuti rispettivamente mandante ed esecutore dell’ omicidio.
La sentenza viene però ribaltata dalla Corte d’Assise d’ Appello che il 19 giugno 2009 li assolve entrambi, e definitivamente affossata dopo che la Corte di Cassazione respinge il ricorso della Procura della Repubblica di Palmi dichiarando con una sentenza contraddittoria che erano giuste la causale e la richiesta per la imputabilita’ del Piromalli ma valutando troppo fragili gli ulteriori elementi che avrebbero dovuto dimostrare la partecipazione concreta del boss all’ omicidio.
E cosi dopo 12 anni l’ omicidio ritorna ad essere senza mandante e senza esecutore materiale e la sentenza oltre ad uccidere per la seconda volta Luigi Ioculano getta nuovamente nello sconforto la moglie Rosaria Muratori e le due figlie Ilaria e Simona, che nel frattempo si erano trasferite a Roma.
“Abbiamo individuato nella cultura una delle terapie più utili per contribuire a guarire la società dai malanni e dai veleni che l’appestano, convinti come eravamo che più l’uomo è istruito e colto, più sa servirsi con discernimento di tutto ciò che conosce, usandolo per il bene e per l’uomo, certamente non per il male e contro l’uomo”. – Luigi Ioculano