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Elezioni europee, giustizia ed etica: considerazioni del Coordinamento di Libera di Ivrea e Canavese

Libera continua a sostenere l’ azione contro le organizzazioni mafiose anche
attraverso il contrasto alla corruzione e alle forme di collusione tra criminalità
organizzata e politica, come delineato nel progetto di “ Riparte il futuro
( www.riparteilfuturo.it). Questa piattaforma chiede ai candidati di rispettare
criteri stringenti di trasparenza, integrità e responsabilità per porre le basi
per sconfiggere la corruzione nel nostro Paese.
Libera si batte per mantenere viva l’attenzione e l’azione dei cittadini sul
tema della “zona grigia”, sugli atteggiamenti di tolleranza e di connivenza, se
non addirittura di intesa, tra criminalità organizzata e politica. Fenomeni
accuratamente delineati dai Magistrati che hanno condotto il processo
Minotauro, i cui esiti hanno in buona parte confermato quelle ipotesi di
funzionamento alterato del nostro sistema politico.
All’interno di questo quadro si collocano le considerazioni sulla candidatura di
Fabrizio Bertot alle ormai prossime elezioni europee. In quanto ex-Sindaco
alla guida del comune di Rivarolo sciolto per infiltrazione mafiosa, il cui
Segretario Comunale ha subito una condanna per capi di imputazione nell’area
specifica del voto di scambio, e in quanto lui stesso persona coinvolta in un
approfondimento di indagini ancora in corso, la sua candidatura da parte di
Forza Italia sollecita alcune osservazioni critiche.
Tale candidatura appare innanzitutto in forte contrasto con i valori di integrità
e senso di responsabilità personale rispetto ai risultati della propria azione
politica di amministratore pubblico che dovrebbe operare nell’interesse della
collettività. Come è possibile credere che Fabrizio Bertot, non abbia saputo
rilevare da primo cittadino la presenza di un substrato mafioso nella zona da
lui amministrata e soprattutto valutare chi erano le persone di sua fiducia
durante la sua campagna elettorale?
Attualmente il giudice di primo grado ha rinviato alla Procura gli atti relativi a
Fabrizio Bertot, chiedendo un supplemento di approfondimento, dal momento
che, come si legge nelle motivazioni: “ […] sentito come teste in dibattimento ha
reso dichiarazioni non veritiere […] ”. Più precisamente, pochi giorni fa è
cominciata presso il Tribunale di Ivrea la causa promossa dal Ministero
dell’Interno per l’incandidabilità dell’ex sindaco di Rivarolo. L’incandidabilità
è una conseguenza amministrativa dello scioglimento del Consiglio Comunale
per infiltrazioni mafiose. A stabilirlo per legge e’ l’art. 143, commi 4-11 del TUEL
( testo unico degli enti locali). La legge infatti prevede che il Sindaco di un
Comune sciolto per infiltrazioni mafiose non possa partecipare al turno
successivo delle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali, che si
svolgono nella Regione nel cui territorio si trova l’Ente interessato dallo scioglimento. La norma non prevede nell’elenco le elezioni europee, così come
non blocca l’accesso alle elezioni nazionali. Un’assenza irragionevole, in
quanto è noto che le dimensioni dell’agire della criminalità organizzata di tipo
mafioso non sono mai circoscritte e che quindi non si tratta di mettere sotto
controllo la partecipazione politica a livello locale, ma di incidere su una prassi
che tende ad essere invasiva di tutti i livelli del potere politico-economico su
largo raggio.

Il Coordinamento di Libera di Ivrea e Canavese condivide la necessità di
intervenire per precisare a livello legislativo la non candidabilità ad ogni
tipo di elezione amministrativa e politica di chi e’ coinvolto in rapporti con
la criminalità organizzata e sollecita le forze politiche locali, le
Associazioni e i cittadini ad una riflessione attenta su questo problema.