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Presentazione campagna Misera Ladra e progetto bene confiscato

Sconfiggere la povertà con i beni confiscati?

A questa e a molte altre domande cercheremo si rispondere venerdì 13 marzo con Leopoldo Grosso.
Durante la serata si presenterà la campagna Miseria Ladra e il progetto del bene confiscato.

Una serata importante per il nostro percorso di avvicinamento alla XX Giornata della Memoria e dell’Impegno che quest’anno si svolgerà a Bologna.

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Legalità: la svolta giusta

Partito da Milano, precisamente dai cantieri dell’EXPO 2015, il tour della legalità organizzato dalla CGIL ha fatto tappa a Rivarolo Canavese nella giornata di lunedì. La scelta di Rivarolo, unica tappa piemontese del tour, è dovuta al recente passato della cittadina e al presente che vede nel Canavese il radicamento dell’ndrangheta. Il tour è arrivato in mattinata con il pulmino, simbolo della campagna, ma dato il maltempo il comune di Rivarolo che ha patrocinato la giornata ha ospitato l’evento in sala consigliare.

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La mattinata ha visto intervenire diversi sindaci della zona, dal “padrone” di casa Rostagno al sindaco di Cuorgnè concludendo con il vicesindaco di Feletto che ha raccontato delle minacce ricevute e della situazione di precaria legalità legata al suo comune. Le altre voci che si sono alternate al microfono avevano volti e impegno di diversi delegati e rappresentati della CGIL, dagli edili che hanno denunciato la situazione locale di precaria legalità in alcune aziende e di un sistema tutt’altro che pulito ancor più con il perdurare di questa crisi economica. Interventi che si sono susseguiti senza intoppi e che hanno dimostrato agli uditori come la rete che combatte ogni giorno le mafie sui nostri territori non sia solo composta da associazioni, politici e magistratura ma che anche il sindacato sia in prima linea. A più riprese ad esempio è stata citata la campagna della CGIL “Io riattivo il lavoro” che mira a riformare l’agenzia dei beni confiscati per permettere un riutilizzo più rapido e mirato delle aziende confiscate alle mafie. Un impegno che si è tradotto anche in proposta. Il presidio “Luigi Ioculano” è intervenuto portando il suo contributo parlando della nuova frontiera che la rete di Libera a livello nazionale e locale sta cercando di varcare: la creazione di un nuovo welfare che abbia al centro l’uomo. Dalla dignità del lavoro sottilineata parlando della campagna Miseria Ladra, passando ovviamente per i beni confiscati, vera nuova frontiera di un economia alternativa che può portare a nuovi orizzonti produttivi. Non poteva mancare un riferimento alle cooperative sociali, portato da Gigio Costanza, e all’importanza di queste per l’inserimento lavorativo di coloro che hanno più difficoltà.

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Un incontro che non è stato solamente teorico ma ha prodotto anche alcuni risvolti pratici. Un intervento in particolare ha colpito la platea: Luigi, delegato sindacale al Gigante, ha ricordato alla platea che a Rivarolo c’è una piazza intitolata a Falcone e Borsellino ma che purtroppo è dimenticata da tutti. Perchè non ridarle la dignità giusta, visto che oggi è solo un anonimo parcheggio?

Una proposta che ha trovato subito terreno fertile: è infatti maturata l’idea di fare la manifestazione del 21 marzo proprio in quella piazza, cercando di compiere alcune opere per riqualificare la piazza stessa. Memoria e impegno che si fondono in un unico percorso che vede la città di Rivarolo protagonista. Spunti che derivano da un incontro positivo, che ha portato alla luce una rete territoriale che si sta piano a piano formando tra attori sociali di diversa natura ma schierati dalla stessa parte.

 IL SERVIZIO DI RETE CANAVESE SULL’INIZIATIVA

UOMINI LIBERI IN LIBERA TERRA

 

Da qua su si gode una vista meravigliosa, si “guarda lontano, oltre”. La gioventù dei nostri tempi sembra  priva di punti di riferimento e le generazioni precedenti sembrano averli persi.

Allora, giunti a questo punto è necessario lasciare la frenesia della vita moderna e  recarsi su quel monte e riflettere, tornare a guardare agli altri. 

È da Alice Superiore che Don Luigi Ciotti (fondatore del gruppo Abele e di Libera), durante l’evento “Legalità, corruzione, povertà, quali proposte per il territorio”, promosso dall’associazione Mastropietro con Libera Piazza ed il patrocino dell’Unione di comuni montani Valchiusella e del Comune di Alice superiore , in una sala piena, ha invitato a trovare ognuno il proprio monte. Che certo, da quelle parti non mancano.

“Venendo qui-racconta- mi è venuta in mente la Genesi : “Dio ha creato l’uomo e la donna e li ha posti a coltivare ed ad allevare. La terra è stata affidata a noi, non ai malviventi!”.

Don Ciotti richiama la parola “noi”, pronome che ha messo in risalto anche dopo la condanna a morte da parte di Riina.

Il problema siamo noi cittadini, ma allo stesso tempo siamo la soluzione. “È il noi che vince”, prima di rivolgerci alle amministrazioni dobbiamo porre le domande a noi stessi. “Impariamo ad avere coraggio”, invitandoci a rompere la barriera di omertà che ancora cela gli occhi di troppi.

Don Luigi dichiara di non avere alcun titolo se non “una laurea in Scienze confuse”.  Parla di vita vissuta,  di esperienze che non si trovano sui libri.  È con questa autorità che insegna che è necessario distinguere per  non confondere. Ci ricorda che nel fascio non tutte le erbe sono uguali, che ci sono sì quelle nocive, ma sono ancora di più quelle sane. E poi racconta di Corleone e della sua gente, di un paese che nelle leggende popolari è simbolo di mafia ma ci tiene a precisare che “Corleonesi è il nome di un popolo non di un clan”.

Ci racconta di quando portò l’allora presidente della Repubblica  Italiana Oscar Luigi Scalfaro a Corleone nella XIV giornata in ricordo delle vittime di mafia e di come  lasciò le molte mani “amministrative” sospese in aria in attesa di quella  del Presidente che era impegnato a salutare la “gente”.

“Distinguere per non confondere…”, lo ripete più volte. Capire che ci sono delle differenze e che generalizzare non sempre è verità. “Non bisogna essere cittadini a intermittenza”, bisogna sempre essere attivi senza delegare a nessuno ciò che possiamo fare. Noi. Soggetto ed oggetto.

Parla di politica dichiarando la necessità di collaborare con essa “nella chiarezza dei ruoli”.

Si è liberi per nascita e bisogna impegnarsi per “liberare chi libero non è”.

Prima di tutto c’è la dignità, la dignità umana; poi c’è la responsabilità, che ha la sua etimologia nel rispondere. È responsabile chi risponde.

Tutto questo viene molto prima della legalità. Che poi non bisogna confondere legalità con giustizia, questa è un fine, la legalità è un mezzo per raggiungere la giustizia. Oggi il termine legalità è stato svalorizzato, svuotato di significato. Molti hanno optato per la legalità malleabile, che si adatta alle situazioni. Bisogna tornare al suo vero significato, è necessario educare alla legalità : necessaria per la formazione individuale e la costruzione del bene  comune.

Non c’è legalità senza uguaglianza.

La democrazia ci offre due grandi doni : dignità umana e legalità.

Ma senza una terza gamba non sta in piedi: la responsabilità.

La responsabilità non si insegna, la si testimonia.

Viviamo in una società malata di potere, ma il potere non è abuso, è responsabilità.

Bisogna essere realisti, il male esiste ma può essere sconfitto e per farlo bisogna conoscerlo,

bisogna parlarne. Bisogna educare, ed è per questo che bisogna partire dalle scuole.

Don Luigi ha la forza di muovere grandi emozioni non solo per le parole che pronuncia e per come le pronuncia, ma perché queste parole riflettono la totale coerenza di tutta la sua vita. 

È necessario che quel noi diventi contagioso. Un’epidemia di responsabilità, verso noi stessi e verso gli altri ricordando che ci sono scelte individuali che ricadono su molti altri. E allora la domanda non è “cosa possono fare gli altri” ma “cosa devo fare io”.

Un giorno saliremo su quel monte e guarderemo tutti nella stessa direzione, non  lontano…oltre.

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Donne LIBERAMENTE Coraggiose

Sabato sera si è tenuta la serata “Donne LiberaMente Coraggiose” organizzata in collaborazione con Novacoop e sotto il patrocinio del Comune di Rivarolo.

Durante la prima parte, Marika Demaria, dialogando con Paolo Dordi, ci ha presentato il suo libro “La scelta di Lea”, raccontandoci la storia di Lea Garofalo, le giornate passate alle udienze durante il lungo processo, il coraggio di Denise, figlia di Lea e di Franco Cosco, un padre che ha deciso di rendere orfana la propria figlia, condannando a morte sua madre. Marika ci ha fatto il ritratto di una donna che voleva dare un futuro diverso alla figlia, un futuro diverso da quello che aveva vissuto lei, quando bambina di 8 anni doveva nascondere la rivoltella del fratello e portarla in casa di altri parenti perchè stavano arrivando i carabinieri per una perquisizione…. ci è riuscita, ma la sua scelta, Lea l’ha pagata con la vita.

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La parte di lettura teatrata è stata affidata a Maria Grazia Pezzetto che, nonostante una preparazione di poche ore, si è calata molto bene nella parte dando voce e anima alle diverse donne contadine, raccontandoci amori, dolori, storie di vita quotidiana contadina.
La bella voce di Giuliana Braida,e le note del pianoforte di Fulvio Doglio hanno creato una bellissima situazione dove le letture sospese si mischiavano in modo armonioso avvolgendo la serata in una piacevole atmosfera.

Ringraziamo tutti quanti hanno contribuito alla riuscita, in particolare ancora Maria Grazie Pezzetto.

Ilaria Ioculano, Maddalena e Monica Rostagno a Cuorgnè per raccontare i loro padri

Il Presidio Libera “Luigi Ioculano” con il patrocino del comune di Cuorgnè vi invita all’ incontro :

“VEDO… SENTO… PARLO

 LUIGI IOCULANO E MAURO ROSTAGNO : QUANDO LE FIGLIE RACCONTANO I PADRI”

che si terrà

Lunedi 18 Novembre Novembre 2013 a Cuorgnè

presso la ex Chiesa della SS Trinità in Via Milite Ignoto

Interverranno :  Ilaria Ioculano, Maddalena e Monica Rostagno

Modera : Marika Demaria

Giornalista di Narcomafie e autrice del libro

La scelta di Lea.La ribellione di una donna alla ‘ndrangheta”

dedicato a Lea Garofalo

Incontro Ilaria Ioculano

 

Vent’anni di scioglimenti di comuni per mafia: quali le conseguenze sociali?

Sala consiliare del municipio di Rivarolo piena, martedì sera, per l’incontro organizzato dal presidio di Libera Luigi Ioculano con relatore Vittorio Mete, ricercatore di sociologia all’Università Magna Græcia di Catanzaro ed esperto di Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose. Mete ha fornito informazioni su alcuni casi e sulle conseguenze dei commissariamenti (come quello che c’è stato a Rivarolo), spiegando innanzitutto che “non si tratta di una misura punitiva, ma preventiva, per rimuovere le potenziali cause di infiltrazioni mafiose”. «Le infiltrazioni a livello locale esistono perché permettono a un gruppo di persone in cerca di potere di conquistare un pezzo di Stato per piegarlo a suo favore con la violenza o la corruzione – ha rimarcato Mete – . La commissione prefettizia deve rispondere a una domanda: l’amministrazione è stata condizionata o è condizionabile? Magari non ci sono reati, a volte bastano i comportamenti. Gli effetti poi sono diversi tra nord e sud dove, spesso, possono resistere i clientelismi che riportano al potere i vecchi amministratori, mentre a nord gli elettori possono cambiare le loro opinioni più facilmente». All’incontro ha partecipato il commissario di Rivarolo Massimo Marchesiello. Per Libera, Andrea Contratto ha introdotto il progetto della piattaforma di proposte da far sottoscrivere ai candidati alle elezioni amministrative, come avvenuto per Ivrea.

Articolo di Andrea Giambartolomei da “La Sentinella” del 18-10-2013

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