Da Savigliano ad Archi per portare , insieme alle "maglie gialle", una speranza ed un sorriso ai ragazzi di uno dei quartieri di Reggio Calabria a più alta densità mafiosa

Sono partiti in 14 dalle 4 Parrocchie di Savigliano per un campo estivo un po’ particolare : grazie alla “complicità” di  una giovane suora originaria di Savigliano che é stata ad Archi 2 anni, 11 animatori , Don Paolo Perolini ( uno  dei parroci di Savigliano ) , Suor Maria Carla e Guido, hanno deciso di scendere in terra di Calabria per affiancare gli animatori e le Suore di questo quartiere ad alta densità mafiosa della parte nord di Reggio Calabria,  in una  estate ragazzi vissuta “in strada”.
Gli amici di Savigliano, gentilmente, ci hanno concesso di pubblicare sul nostro sito , l’ articolo del loro Bollettino Parrocchiale, attraverso il quale potremo condividere le impressioni dei Ragazzi dopo questa forte esperienza  :

“Dopo la meravigliosa esperienza dell’anno scorso quest’estate non poteva certo mancare un campo destinato ai “giovani un po’ più vecchi”! Partenza: 29 luglio. Destinazione: Circoscrizione di Archi, Reggio Calabria. Siamo partiti in 14: 11 animatori, accompagnati da Don Paolo (DonPa), Suor Maria Carla (Suorcy) e Guido (Gianni).

Alcuni di noi erano reduci del campo del 2011 in Albania, per altri invece è stata la prima esperienza di animazione fuori dal contesto saviglianese. Con gli zaini carichi di entusiasmo, sorrisi e voglia di mettersi in gioco siamo stati catapultati in una realtà ben diversa rispetto a quella in cui siamo abituati a fare gli animatori…

La gente di Calabria è arrabbiata, di base: è una rabbia vecchia di secoli. La gente di Calabria vive ad Archi, quartiere di Reggio. Tutta: tutta la Calabria è come se vivesse nei lotti, palazzi uguali, costruiti in serie, cadenti, scrostati. I bambini scendono per strada a gridare la loro rabbia di vivere lì: non in Calabria, ma ad Archi, nei lotti, ingiusto inferno per nessun peccato commesso.

Nessuno ad Archi conosce il motivo del proprio ritrovarsi lì: come ghettizzati, tutti vivono una vita di rabbia e caldo, senza la consapevolezza né dei propri diritti, né dei proprio doveri.

Unica legge, il branco, la giungla, mentre le divinità maligne di questo dramma collettivo rimangono nascoste: più in là infatti, dietro le persiane, la ‘ndrangheta usurpa arbitrariamente il diritto di decidere il cosa, il dove, il come e il quando della vita dei bambini e dei ragazzi di quartiere; a volte, essa esce per strada, sgomma in auto o in motorino, cammina a piedi, paralizzando le urla, la rabbia, i calci ed il caldo.

E così, Archi incespica su sé stessa, mentre questo rito pagano, questo continuo sacrificio umano, si ripete ogni giorno, ad ogni ora: la rabbia soffoca ogni possibilità alla ragione umana, l’omertà zittisce ogni minima scintilla di amore.

La ‘ndrangheta ha ucciso, e uccide, sparando, ma più di tutto lo fa soffocando le coscienze, immolando sul proprio altare di affari, illegalità, sangue e potere le esistenze delle ‘maglie arancioni’ e ‘blu’ dei bambini di Archi.

Ma ogni tanto, in mezzo ai lotti passano Suor Betta, Suor Manuela e Suor Rita, che han deciso che il mondo deve essere più bello di quello che è, ogni tanto in mezzo ai lotti passano le ‘maglie gialle’, gli animatori, come Maurizio, che ha deciso di lottare per la sua terra, o come Agostina, che ogni anno prende ferie per tornare nella propria città natale a fare l’“Estate Ragazzi” insieme ai bambini di Archi: ogni tanto la ‘ndrangheta ha paura.

Ha paura perché i bambini ed i ragazzi scendono per strada a giocare, non più trattati come animaletti da allevare in gabbia ma finalmente accolti per quello che sono.

Le ‘maglie gialle’ non sono arrabbiate, sono decise, le maglie gialle non distruggono, costruiscono: e così, grazie a loro, i bambini si siedono in cerchio, ridono, gridano, giocano, si azzuffano e ti abbracciano, accorgendosi finalmente di vivere in Calabria, Italia, e non solo ad Archi, ‘ndrangheta, e di avere il totale e sacrosanto diritto ad avere una vita che sia tale.

In quei momenti, anche la precisione maniacale di undici animatori della provincia di Cuneo si sente a casa. Ad Archi ogni tanto non fa caldo: ad Archi c’è un bel sole. Chiara, Elisa, Federica, Giorgio, Giulia, Ilaria, Marco, Maurizio, Sergio, Stefania, Valerio”

 

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