Terza Udienza Processo Minotauro – Si comincia a parlare dei rapporti con la politica

Protagonista principale della Terza Udienza del Processo Minotauro , che è si è tenuta Venerdi 2 Novembre nell’aula bunker del carcere Lo Russo – Cotugno, è stato il Tenente Colonnello Nicola Fozzi, Comandante del Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Torino, l’ uomo che ha firmato le 5570 pagine  in cui è spiegata la struttura della ‘ndrangheta torinese, e da cui sono state creati i presupposti per l’ intera operazione Minotauro.

La mattinata è iniziata con il solito appello di imputati ed avvocati; successivamente la Corte, dopo aver  rifiutato la richiesta di patteggiamento dell’imputato Nicola Macrina, respinge in blocco le eccezioni presentate dai difensori degli imputati.

Concluse  le operazioni preliminari, i giudici passano la parola alla Procura che chiama al tavolo dei testi il Tenente Colonnello Nicola Fozzi

L’ Ufficiale dei carabinieri inizia ricordando gli eventi da cui sono scaturite le indagini, partendo dal primo : “tutto è iniziato dall’omicidio dell’incensurato Giuseppe Donà, nella cui abitazione abbiamo sequestrato un chilo e mezzo di stupefacenti”. Prosegue poi con l’ inquadramento dei fatti  nel tempo

E’ il 2005 e in questo omicidio di droga e soldi spunta la figura di  Rocco Varacalli, di Natile di Careri, uno dei principali indiziati per l’ omicidio, che ad un certo punto decide di diventare collaboratore di giustizia.

Contemporaneamente alle rivelazioni di Varacalli , in Canavese vengono denunciate due estorsioni, apparentemente slegate tra di loro, una a Cuorgnè, ai danni di Gaetano Greco, un carrozziere della zona ed un’altra rilevata dai carabinieri di Venaria ai danni di Giorgio Vercelli un imprenditore di Caselle.

A seguito di analogie investigative questi tre filoni verranno unificati nell’ indagine denominata Minotauro.

Contestualmente a queste prime indagini vengono messe in atto le intercettazioni ambientali sulle macchine di Bruno Iaria, di Gioffrè e di altri indiziati, attraverso le quali vengono ricostruite le strutture della ‘ ndrangheta in Piemonte e vengono definiti ruoli e doti di ogni singolo futuro imputato.

Il teste si sofferma, sulla organizzazione interna delle ‘ndrangheta,  sulla sua diffusione nel territorio della Provincia di Torino  attraverso le locali di Cuorgnè, Chivasso, Moncalieri, Nichelino, Natile di Careri, Rivoli, Siderno, Volpiano e San Giusto Canavese; vengono inoltre indicate la presenza di una struttura denominata  “Crimine” e quella di una “bastarda”, una locale non ancora riconosciuta dalla “casa-madre” calabrese.

Sempre dalle intercettazioni dell’auto di Bruno Iaria, si apprende dell’ esistenza di una nuova struttura chiamata “Camera di Controllo”, una sorta di organo direttivo provinciale volto a garantire coordinamento e unità di intenti, tra le varie realtà dell’ rganizzazione, e attraverso il quale fosse possibile risolvere le numerose divergenze tra i personaggi delle diverse locali.

Vengono poi  indicati, nel dettaglio e citando le fonti di prova, i riti di affiliazione , i riti di conferimento delle doti, scoperti grazie al ritrovamento dei fogli contenenti le formule e le frasi sacre relativi ai riti stessi.

ll Tenente Colonnello nell’ arco di tutta la mattinata, indica, con un dettaglio estremo, le fonti di prova ( prevalentemente intercettazioni ambientali ) attraverso le quali è stato possibile trovare riscontri puntuali alle dichiarazioni del pentito Varacalli e alle altre indagini convenzionali .

La Corte, vista l’ ora decide di aggiornare l’ udienza al pomeriggio e comunica che non saranno ascoltati gli altri due funzionari di Polizia Giudiziaria previsti nel calendario degli interrogatori, ma che proseguirà l’ audizione del Tenente Colonnello dei carabinieri .

Nella prima parte dell’  audizione del pomeriggio il Colonnello Fozzi inizia a parlare dei rapporti tra gli indagati e la politica locale raccontando che Il 20 maggio del 2009 all’Hotel Verdina di Volpiano, avviene l’incontro tra appartenenti all’organizzazione e la famiglia Coral per assicurare il sostegno a Ivano Coral, candidato in provincia con il Pdl.

Successivamente il teste cita un altro episodio in cui l’ imputato Giuseppe Catalano chiamando  il nipote  gli chiede di incontrare “ancora” Claudia Porchietto, in quel momento candidata alla presidenza della Provincia, per definire delle questioni; da quell’ “ancora” viene dedotto che vi erano già stati altri incontri.

Viene poi citato il nome di Antonino Battaglia, l’ ex segretario comunale di Rivarolo, al quale, dalle indagini effettuate, viene attribuita la messa in atto di una trattativa con la ‘ndrangheta allo scopo di  reperire voti per Fabrizio Bertot, sindaco di Rivarolo, e candidato al parlamento europeo con il Pdl.

Risulterà poi che il Catalano stesso ebbe ad organizzare  un pranzo, a Torino, presso il Bar Italia, al quale parteciparono diversi appartenenti alla ‘ndrangheta, e durante il quale si parlò della possibilità di convogliare il pacchetto di voti in mano agli ndranghetisti in favore di Bertot.

Terminata l’ audizione , inizia il contro esame del teste da parte delle difese degli imputati che  hanno  cercato di mettere in difficoltà il tenente colonnello, riuscendoci alcune volte; in maniera specifica, mettendo in dubbio la comprensione del dialetto calabrese , o ponendo domande puntuali circa il funzionamento delle ndrine e delle locali.

Ad un certo punto, dopo una domanda pungente dell’ avvocato  Romeo e la titubanza del colonnello Fozzi scatta l’ applauso da stadio  tra i parenti degli imputati presenti in aula.

Il presidente della Corte, il giudice Paola Trovati ( sempre molto attenta a tenere in mano saldamente le sorti dell’ udienza ) , interviene con decisione ricordando a chi aveva applaudito  che : «Ci vuole rispetto. Qui non siamo a teatro. Ci sono delle persone detenute, non c’è proprio niente da applaudire».

Verso le 16,30, dopo una serie di altre “scaramucce” , i giudici concludono  un ‘ udienza in cui, per la prima volta si è visto in aula l’ ex sindaco di Leinì Nevio Coral accompagnato dal suo avvocato , e rimandano  tutti al 19 di Novembre, quando verranno ascoltati gli altri due funzionari di Polizia Giudiziaria che avrebbero dovuto essere sentiti durante l’  udienza odierna.

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